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Paul MAYR, Christine KONECNY

 

Strategie di persuasione morfosintattiche ai tempi della pandemia di COVID-19: analisi di una selezione di discorsi politici[1]

 

 

Paul MAYR
Universität Innsbruck ; Universität Erlangen
paul.mayr@fau.de 

Christine KONECNY
Universität Innsbruck
Christine.Konecny@uibk.ac.at


 

Abstract

The COVID-19 pandemic, given its strong impact not only on extralinguistic reality, but also on social behavior and, to some extent, on the linguistic system and usage, has aroused the interest of linguistic research from various perspectives: many studies have focused on specific aspects and approaches, mainly within the field of cognitive linguistics, such as frame semantics and the theory of conceptual metaphor and metonymy. Additionally, several studies have dealt with lexicology, covering lexical innovations and new word formation models. In any case, analyses of morphosyntactic forms and structures which could be identifiable as characteristic of pandemic discourse seem – unlike political discourse in general – to be lacking. In this article, a selection of speeches made by the President of the Italian Republic and two former Prime Ministers will be analyzed in order to show the persuasive effects achieved through the use of specific morphosyntactic elements and categories. Among these, progressive verbal periphrases, parenthetical phrases and specific argument structures linked to the highlighting and omission of certain semantic roles seem to be particularly significant.

Résumé

La pandémie de COVID-19, étant donné son fort impact non seulement sur la réalité extralinguistique, mais aussi sur le comportement social et, dans une certaine mesure, sur le système et l’usage linguistiques, a suscité l’intérêt de la recherche linguistique sous différents angles : de nombreuses études se concentrent sur des aspects et des approches spécifiques, appartenant principalement aux domaines de la linguistique cognitive, tels que la sémantique des frames et la théorie de la métaphore conceptuelle, mais il existe également plusieurs articles à orientation lexicologique sur les innovations lexicales et les nouveaux modèles de formation de mots. De toute façon, les analyses des formes et des structures morphosyntaxiques qui pourraient être identifiées comme caractéristiques du discours pandémique semblent – contrairement au discours politique en général – faire défaut. Cet article analysera une sélection de discours prononcés par le Président de la République italienne et deux anciens Premiers ministres. L’objectif est de démontrer les effets persuasifs obtenus grâce à l’utilisation de certains éléments et catégories morphosyntaxiques. Parmi ceux-ci, les périphrases verbales progressives, les phrases parenthétiques et les structures argumentales spécifiques liées à la mise en évidence et à l’omission de certains rôles sémantiques semblent être particulièrement saillantes.


 

Introduzione[2]

Considerato il forte impatto che la pandemia da COVID-19 ha esercitato non solo sulla realtà extralinguistica e sul comportamento umano, ma anche sul sistema linguistico, il fenomeno ha suscitato l’interesse della ricerca in tale ambito sotto diversi punti di vista. Già a partire dalla metà del 2020 sono stati pubblicati vari contributi al riguardo, incentrati in gran parte sull’aspetto delle innovazioni lessicali e dei nuovi modelli di formazione delle parole (cfr. ad esempio ELIA 2020; SGROI 2020; BONOMI 2021; CARDINALE 2021; PIETRINI 2021; ARCANGELI 2022)[3] nonché sul dilagare di determinate metafore concettuali (cfr. in particolare il frequentissimo ricorso alla metafora della GUERRA[4], studiato ad es. da PIAZZA 2020 e SALVATI, VERDIGHI 2020). Inoltre, esistono parecchi studi attribuibili ai campi della scienza della comunicazione e della politolinguistica in senso lato (cfr. KOCH, THÖRLE 2021; WODAK 2021; GKALITSIOU, KOTSOPOULOS 2023; PALIZCUK 2023). Quello che sembra invece mancare riguarda principalmente lavori che si dedicano a strutture morfosintattiche identificabili come tipiche del linguaggio della pandemia e che cercano di determinarne i rispettivi scopi pragmatico-comunicativi.

Per quanto riguarda d’altra parte il genere testuale del discorso politico, esso è stato oggetto di studio già prima della pandemia ed è stato esaminato da numerosi punti di vista, incluso quello morfosintattico (si rimanda a tal proposito agli studi di DANLER 2007, 2014, 2020, come a quelli di AMENTA, STRUDSHOLM 2014 e CORTELAZZO 2022). Le analisi dei discorsi politici della pandemia[5] paiono invece trascurare quest’ultimo aspetto[6] – a nostro avviso cruciale – e focalizzarsi sulla prospettiva semantica, sia che partano dall’approccio della semantica lessicale, della semantica cognitiva o della semantica dei frames. La scarsità di ricerche dedicate all’aspetto morfosintattico dei discorsi politici della pandemia stupisce, in quanto già da tempo qualche studioso ha richiamato l’attenzione sull’effetto manipolativo implicito di categorie morfosintattiche, come si può evincere ad es. dalla seguente citazione di van Dijk (1998: 33): «Somewhat less obvious and more subtle than lexical style is the political manipulation of syntactic style […]». Il fatto che la persuasione avvenga spesso attraverso meccanismi linguistici apparentemente poco appariscenti è illustrato anche in un articolo di Brocca et al. (2016), in cui vengono svelate le presupposizioni e le implicature nei tweet di certi politici italiani, le quali si collocano all’interfaccia tra semantica e pragmatica. Nel loro contributo, gli autori confutano l’assunto diffuso (cfr. ad es. ANTONELLI 2000) secondo cui «i politici avrebbero rinunciato all’armamentario retorico basato su un linguaggio di prestigio a favore di una lingua all’insegna della chiarezza e della semplicità» (BROCCA et al. 2016: 66). Nel presente articolo cercheremo da una parte di colmare la suddetta lacuna segnalata da Van Dijk (1998), e dall’altra di confutare l’assunto appena menzionato anche per l’ambito della morfosintassi, mettendo in luce determinate strategie di persuasione morfosintattiche in una selezione di discorsi politici pronunciati tra il 2020 e il 2022 e incentrati sull’allora attuale situazione pandemica. Il nostro punto di partenza generale è dunque ben sintetizzato in un’osservazione di Fairclough (1999: 4), secondo il quale «textual analysis should mean analysis of the texture of texts, their form and organization, and not just commentaries on the ‘content’ of texts which ignore texture».

Dopo una breve introduzione e un quadro d’insieme dei discorsi politici presi in esame (§ 1), saranno presentati singoli fenomeni morfosintattici salienti riscontrati nei discorsi analizzati (§ 2), che spaziano da aspetti caratteristici della morfologia verbale e nominale a elementi di tipo pragmasintattico. L’articolo si conclude con una sintesi finale e alcuni suggerimenti riguardo ad eventuali ricerche future.

1. Il corpus

Come si può evincere dalla seguente tabella riassuntiva, il nostro corpus di analisi è composto da sette discorsi politici di diversa lunghezza, pronunciati dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e dai Presidenti del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e Mario Draghi.

Tabella 1: Quadro d’insieme dei discorsi politici analizzati

Per categorizzare i fenomeni morfosintattici identificati nei discorsi si è scelta una prospettiva prevalentemente onomasiologica, in quanto determinate funzioni possono essere espresse da mezzi linguistici di vario stampo ed essere pertanto abbastanza eterogenee dal punto di vista della loro realizzazione formale.

2. Analisi empirica: fenomeni morfosintattici salienti nei discorsi presi in esame

2.1. Espressioni della modalità deontica

Seguendo Amenta, Strudsholm (2014: 369), con modalità deontica intendiamo «l’insieme delle risorse linguistiche che permettono di qualificare come obbligatorio o permesso lo stato di cose su cui verte l’enunciato […]». Nei discorsi politici sulla pandemia la modalità deontica è fortemente presente, dato che, per far sì che le misure per combattere il virus vengano rispettate, esse devono essere comunicate con mezzi di espressione deontici. Tra i mezzi linguistici identificati si trovano perifrasi deontiche quali dovere + infinito (es. 1), essere chiamato a + infinito (es. 2), andare + part. pass. (es. 3), essere da + infinito (anche nella forma implicita senza verbo copulativo ossia in funzione attributiva, come nell’es. 4), o la perifrasi negata non potere che + infinito (es. 5). Inoltre, si riscontrano parecchi casi in cui si usano dei mezzi prevalentemente lessicali per esprimere un valore deontico, come i verbi occorrere, richiedere (più oggetto dativo e/o oggetto diretto nella forma di un sintagma nominale o una subordinata all’infinito) e spettare (più oggetto dativo e subordinata soggettiva all’infinito) (ess. 6-8), l’aggettivo necessario (anche in funzione predicativa se combinato con verbi copulativi quali essere e ritenere, es. 9), l’avverbio necessariamente (che nell’es. 3 si combina con la perifrasi deontica andare + part. pass., rafforzando così ancora di più quest’ultima), e a volte anche sostantivi deverbali come esortazione (es. 10), esigenza (es. 11) o necessità (es. 26, riportato nel § 3.4).

(1) Devo ringraziare il governo precedente, che si è trovato a prendere decisioni in una situazione di straordinaria difficoltà essendo l’Italia il paese che per primo era stato aggredito da questa terribile pandemia. (Draghi 17/03/2022)

(2) […] le decisioni che il Governo è chiamato ad assumere con la massima speditezza, a fronte di una costante evoluzione, anche molto repentina, del quadro epidemiologico. (Conte 02/11/2020)

(3) Questa strategia va necessariamente modulata in base alle differenti criticità rilevate nei territori […] (Conte 02/11/2020)

(4) […] misure per l’immissione di nuovo personale da affiancare loro […]. (Matt. 05/03/2020)

(5) E in questo momento il pensiero non può che andare alle vittime del Coronavirus […]. (Matt. 20/10/2020)

(6) Ma occorre anche la responsabilità collettiva […]. (Matt. 20/10/2020)

(7) Questo è comprensibile e richiede a tutti senso di responsabilità […]. (Matt. 05/03/2020)

(8) Alla cabina di regia costituita dal Governo spetta assumere – in maniera univoca – le necessarie decisioni in collaborazione con le Regioni, […]. (Matt. 27/03/2020)

(9) Riteniamo necessario pertanto assumere una decisione orientata ai principi di proporzionalità e adeguatezza […] (Conte 02/11/2020)

(10) Per questo vi è un terzo significato di queste onorificenze, che è quello di esortazione. (Matt. 20/10/2020)

(11) Anche questo ha un significato perché raffigura l’esigenza che i meriti acquisiti da tante persone in quei mesi drammatici non si esauriscano nel ricordo di un giorno […] (Matt. 20/10/2020)

2.2. Espressioni totalizzanti e iperboliche

Un’altra categoria frequentissima nei testi analizzati è costituita da espressioni con una funzione totalizzante e iperbolica. Esse si possono annoverare fra quei processi a cui Charaudeau (2022: 173) si riferisce con i termini «generalizzazione» ed «esagerazione» e che egli identifica come i «procedimenti discorsivi più utilizzati» in qualsiasi discorso manipolatorio. Le espressioni totalizzanti e iperboliche sembrano tuttavia essere in genere «onnipresenti» nell’uso linguistico. Lavric (2016: 35) parla a questo proposito persino di «Hyperboles we live by». Che anche e soprattutto i discorsi politici della pandemia ne siano «pieni» sembra poter essere ricondotto al fatto che enunciati con espressioni totalizzanti hanno già di per sé un effetto intensificante, in quanto contengono il tratto semantico [TOTALITÀ ASSOLUTA = SENZA ECCEZIONI] (ibid.).

I mezzi linguistici totalizzanti da trovare nei discorsi esaminati comprendono il predeterminante o pronome tutto (ess. 12, 15, 17, 20), diversi determinanti e pronomi indefiniti come ogni, nessuno, ciascuno, ecc. (ess. 13, 20), avverbi modali come assolutamente o appieno (ess. 14, 15), aggettivi quali intero e pieno (ess. 16, 17), ma anche alcuni nomi derivati come completezza (es. 18) o sintagmi nominali contenenti nomi collettivi in funzione di quantificatori (come una serie di nell’es. 19) o numeri arrotondati per eccesso e usati in senso iperbolico (si veda l’es. 20):

(12) Poi voglio ringraziare tutti gli italiani per l’altruismo, per la pazienza che hanno dimostrato in questi due anni. (Draghi 17/03/2022)

(13) Dobbiamo compiere ogni sforzo perché nessuno sia lasciato indietro. (Matt. 27/03/2020)

(14) Come avevo anticipato alla fine dello scorso anno, l’obiettivo del governo era il ritorno alla normalità, […] limitare assolutamente l’esperienza della didattica a distanza. (Draghi 17/03/2022)

(15) Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa. (Matt. 27/03/2020)

(16) Alla memoria delle vittime ci inchiniamo. Nel dolore dei loro familiari si riconosce l’intera comunità nazionale. (Matt. 27/03/2022)

(17) L’interlocuzione con il Parlamento e il pieno coinvolgimento di tutte le forze politiche qui rappresentate costituiscono passaggi fondamentali. (Conte 02/11/2020)

(18) [L’]Italia sta attraversando un momento particolarmente impegnativo. Lo sta affrontando doverosamente con piena trasparenza e completezza di informazione nei confronti della pubblica opinione. (Matt. 05/03/2020)

(19) Il Governo – cui la Costituzione affida il compito e gli strumenti per decidere – ha stabilito ieri una serie di indicazioni di comportamento quotidiano […]. (Matt. 05/03/2020)

(20) Il Paese ha bisogno della responsabilità di ciascuno di noi, della responsabilità di 60 milioni di italiani che quotidianamente compiono piccoli grandi sacrifici. Per tutta la durata di questa emergenza. (Conte 11/03/2020)

2.3. Perifrasi verbali progressive

Oltre alla modalità deontica, vi sono naturalmente anche altre categorie verbali importanti per illustrare la situazione pandemica linguisticamente, fra cui l’aspettualità e la temporalità. Nel caso dell’aspettualità, paiono essere particolarmente salienti i mezzi linguistici che esprimono progressività. Per quest’ultimo concetto ci atteniamo alla seguente definizione di Laca (1995: 499):

La saisie interne d’un procès, déterminée par un contour aspectuel qui masque les deux bornes correspondant à son commencement et à sa fin et qui laisse indéterminée la borne droite tout en impliquant que la borne gauche a été dépassée, cela semble être la caractéristique commune partagée par angl. be + –ing, fr. être en train de + Infinitif, it. stare + Gérondif et esp., cat., port. estar + Gérondif.

La funzione principale di strutture progressive quali la perifrasi verbale stare + gerundio è quella di rappresentare lo stato di cose di cui si parla in maniera progressiva in relazione al momento della comunicazione (cfr. DESSÌ SCHMID 2021: 34). Tali strutture linguistiche permettono quindi ai politici di monitorare morfosintatticamente l’evolversi della pandemia (si vedano gli ess. 21 e 24), così come di sottolineare la volontà di agire e l’impegno instancabile sia del governo sia della società, come si vede chiaramente negli ess. 21-23 e 25. Nell’enunciato 24 salta all’occhio che anche un verbo quale colpire può far parte di una costruzione progressiva, quindi un verbo con un’Aktionsart puntuale. Pur essendo di gran lunga più frequente, stare + gerundio non è tuttavia l’unico mezzo identificato per esprimere progressività, visto che la perifrasi stessa appare a volte in combinazione con avverbi temporali che veicolano lo stesso valore aspettuale (come via via nell’es. 24). Inoltre, si riscontrano alcune altre strutture perifrastiche progressive (interpretabili spesso anche come continuative, per es. essere in corso di + nome):

(21) Vorrei cominciare ringraziando prima di tutto, ancora una volta, i medici, gli operatori sanitari, i ricercatori che semmai anche in questo momento che mentre vi parlo stanno lavorando senza sosta negli ospedali per combattere l’emergenza sanitaria, per curare i nostri malati. (Conte 11/03/2020)

(22) Lo stanno facendo con grande serietà i nostri concittadini delle cosiddette zone rosse. Li ringrazio per il modo con cui stanno affrontando i sacrifici cui sono sottoposti. (Matt. 11/03/2020)

(23) La risposta collettiva che il popolo italiano sta dando all’emergenza è oggetto di ammirazione anche all’estero […]. (Matt. 27/03/2020)

(24) L’insidia di un nuovo virus che sta colpendo via via tanti paesi del mondo provoca preoccupazione. (Matt. 05/03/2020)

(25) Sono stati approntati – e sono in corso di esame parlamentare – provvedimenti di sostegno per i tanti settori della vita sociale ed economica colpiti. (Matt. 27/03/2020)

2.4. Perifrasi verbali e altri mezzi di aspetto continuativo

I discorsi analizzati contengono anche strutture che esprimono l’aspetto continuativo, tra cui la perifrasi verbale continuare a + infinito (si veda l’es. 26), che non sembra tuttavia essere molto frequente e fa parte a volte di incisi o frasi parentetiche. Gli altri mezzi di espressione utilizzati per trasmettere l’aspetto continuativo sono prevalentemente di stampo lessicale, dato che, nel caso di verbi semicopulativi come restare e rimanere + part. pass. (ess. 27, 28), è soprattutto la semantica dei rispettivi verbi stessi ad esprimere continuatività. Talvolta si notano anche certe strutture lessicalmente più fisse come rimanere inciso nella memoria di qcn. (es. 29), che è interpretabile come collocazione e fa capire al pubblico che la pandemia rappresenta una crisi memorabile e, in un certo senso, permanentemente presente. Nelle ultime tre strutture menzionate, si può osservare come vi sia in genere un complesso intreccio fra aspettualità, diatesi (passiva) e temporalità/modalità (il tempo presente implica ovviamente anche un aspetto futuro):

(26) Però quel fenomeno fa pensare che le misure di comportamento adottate stanno producendo effetti positivi e, quindi, rafforza la necessità di continuare a osservarle […] (Matt. 05/03/2022)

(27) Restano chiusi i reparti aziendali [che] non sono indispensabili per la produzione. Industrie, fabbriche, potranno ovviamente continuare a svolgere la propria attività produttive […] (Conte 11/03/2020)

(28) […] un fenomeno sconosciuto, senza elementi di esperienza pregressa, che tuttora in larga parte rimane sconosciuto anche alla scienza. (Matt. 20/10/2020)

(29) La data del 18 marzo 2020 rimane incisa nella memoria degli italiani. (Matt. 27/03/2022)

2.5. Perifrasi verbali temporali

Per quanto riguarda invece la temporalità, si nota un uso più spiccato di perifrasi temporali (soprattutto del passato prossimo) nei discorsi in cui si fa un bilancio di esperienze fatte e avvenimenti successi durante la pandemia (es. 30). Come si evince da alcuni esempi (ess. 31-33), molti verbi al passato prossimo si riferiscono ad azioni svolte da membri del governo e da persone coinvolte nel combattere la pandemia o da parte del parlante stesso. In quest’ultimo caso il passato prossimo serve a trasmettere sicurezza e a promuovere la fiducia nei confronti del governo, come viene enfatizzato lessicalmente nell’es. 32 tramite il verbo scegliere oppure tramite aggettivi nei sintagmi dipendenti da tali verbi (per es. straordinario nel complemento oggetto dell’es. 34):

(30) La prima si traduce in un pensiero rivolto alle persone che hanno perso la vita a causa di questa epidemia; e ai loro familiari. (Matt. 27/03/2020)

(31) Il Governo […] ha stabilito ieri una serie di indicazioni di comportamento quotidiano […]. (Matt. 05/03/2020)

(32) In questa giornata simbolica che il Parlamento ha scelto di istituire abbiamo l’occasione per ricordare i tanti che non ci sono più e, insieme, l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali. (Matt. 27/03/2022)

(33) Ho parlato, in questi giorni, con tanti amministratori e ho rappresentato loro la vicinanza e la solidarietà di tutti gli italiani. (Matt. 27/03/2020)

(34) Il Cts, se si esamina la situazione che si è sviluppata nel corso di questi anni, ha dato un supporto straordinario alle decisioni difficili, difficilissime che il precedente governo e questo governo hanno preso. (Draghi 17/03/2022)

2.6. Le diatesi

2.6.1. La diatesi passiva

Le diatesi giocano un ruolo fondamentale nei discorsi politici e appartengono senza dubbio alle strategie di persuasione morfosintattiche più sfruttate. La diatesi passiva, per esempio, concede ai politici di distogliere l’attenzione dai «desideri di potere, autorità e responsabilità per decisioni dubbie»[7] (DANLER 2020: 239). Che l’uso della diatesi passiva sia importante anche in discorsi politici incentrati sul coronavirus è chiaro se si pensa alla polarizzazione della società dovuta all’imposizione delle misure per far fronte a questa emergenza sanitaria. La forza persuasiva della diatesi passiva si situa a livello della struttura informativa, in quanto permette la topicalizzazione del PAZIENTE e l’omissione dell’AGENTE. La diatesi passiva viene però altrettanto impiegata per concettualizzare l’Italia e, di conseguenza, anche il governo italiano come entità pazientive (si veda l’es. 35). L’improvvisa necessità di agire per il governo italiano che risultava dalla situazione viene messa in evidenza nella prima attestazione dall’Aktionsart perfettiva del verbo trovare così come dal pronome riflessivo si. Tuttavia, nel nostro corpus abbiamo trovato anche altre strategie linguistiche per esprimere la diatesi passiva, ad es. frasi relative implicite (es. 36), la costruzione contenente il verbo di movimento venire per esprimere dinamicità (es. 37), ma anche la perifrasi verbale andare + part. pass., che può essere considerata una vera e propria «arma» retorico-discorsiva (cfr. MAYR 2022), in quanto costituisce un’interfaccia tra modalità deontica (cfr. § 2.1) e diatesi passiva (es. 38):

(35) Devo ringraziare il governo precedente, che si è trovato a prendere decisioni in una situazione di straordinaria difficoltà essendo l’Italia il paese che per primo era stato aggredito da questa terribile pandemia. (Draghi 17/03/2022)

(36) Credo che i provvedimenti approvati oggi in Consiglio dei ministri riconoscano che questo ormai è uno stato a cui siamo arrivati. (Draghi 17/03/2022)

(37) Oggi abbiamo un’accresciuta capacità di risposta in termini di dotazioni – parliamo di dispositivi di protezione e attrezzature medicali – che vengono distribuite peraltro ad una molteplicità crescente di categorie – ospedali, RSA, Forze dell’ordine, trasporto pubblico locale, servizi pubblici essenziali, scuole. (Conte 02/11/2020)

(38) Va anche ricordato che questo momento va affrontato con le terapie, con l’impegno, con l’organizzazione; va affrontato anche sapendo che abbiamo maggiore preparazione di quanto non si sia verificato in marzo e aprile, investiti da un fenomeno sconosciuto, senza elementi di esperienza pregressa, che tuttora in larga parte rimane sconosciuto anche alla scienza. (Matt. 20/10/2020)

2.6.2. SI-diatesi

Il sistema linguistico dell’italiano, così come quello del portoghese e dello spagnolo, dispone di un’ulteriore costruzione diatetica, chiamata SI-diatesi. Nella grammatica tradizionale viene fatta generalmente una distinzione tra il cosiddetto si passivante (insieme a verbi transitivi) e il si impersonale (insieme a verbi intransitivi). Questa distinzione è tuttavia oggetto di un dibattito critico all’interno della linguistica, che riguarda particolarmente lo status del si: è da considerare come affisso (SILLER-RUNGGALDIER 1999: 283), o si tratta piuttosto, in lingue a soggetto nullo, di un «pronom anti-anaphorique» (STEIN 1998)?[8] Indipendentemente dalla polemica sullo status morfosintattico della SI-diatesi, anch’essa rappresenta, per via dell’indeterminatezza della forza agentiva e della concettualizzazione processuale degli eventi comunicati, un’efficace «arma» retorico-discorsiva (cfr. DANLER 2007: 227), come si può evincere anche dagli esempi 39 e 40:

(39) Il Cts, se si esamina la situazione che si è sviluppata nel corso di questi anni, ha dato un supporto straordinario alle decisioni difficili, difficilissime che il precedente governo e questo governo hanno preso. (Draghi 17/03/2022)

(40) [Q]uindi non ci dobbiamo meravigliare del fatto che si possano dosare restrizioni e allentamenti a seconda della soglia di criticità […]. (Conte 02/11/2020)

2.6.3 La diatesi lessicale: espressione di anticausatività

È risaputo che l’uso di determinati elementi lessicali guida anche il modo in cui vengono percepiti i contenuti comunicati. Ciò vale non solo per gli elementi lessicali, ma anche per le diverse possibilità di realizzazioni valenziali di lessemi verbali, visto che anch’esse «contribuiscono a puntualizzare aspetti diversi dello stesso frame o di diversi frames, attivando un diverso numero e un diverso tipo di argomenti, oppure contribuiscono a visualizzare gli stessi aspetti dello stesso frame, però da prospettive diverse» (SILLER-RUNGGALDIER 2001: 258). Così, l’uso inaccusativo di determinati verbi transitivi permette di dissolvere la forza agentiva e la concettualizzazione azionale dell’evento espresso diventa processuale, come si nota negli ess. 41 e 42. I verbi terminare e finire vengono utilizzati in maniera anticausativa e svolgono una funzione simile a quella della diatesi passiva, dato che gli agenti non vengono verbalizzati sul piano della struttura superficiale:

(41) A fine marzo terminerà lo stato di emergenza. (Draghi 17/03/2022)

(42) Per quella data scioglieremo il Comitato tecnico scientifico il cui lavoro non è finito […] (Draghi 17/03/2022)

2.7. Sostantivi deverbali e deaggettivali

I sostantivi derivati da verbi e aggettivi subiscono anch’essi una riduzione di valenza oppure – in linea con quanto affermato già negli anni Settanta da Helbig (1976: 136) – sperimentano una riorganizzazione della loro struttura argomentativa. L’impiego di sostantivi deverbali e deaggettivali (ess. 43-45) causa genericità e consente ai politici di sottolineare che la pandemia coinvolge tutta la popolazione. Lo si vede chiaramente nel caso del sostantivo lotta utilizzato nell’es. 43, che deriva da un verbo bivalente (X lotta contro Y), ma dove attraverso il processo della nominalizzazione il soggetto viene omesso e il complemento oggetto diretto (la pandemia) diventa invece un attributo preposizionale; viene quindi data l’impressione che tutti gli italiani stiano lottando attivamente contro la pandemia:

(43) La nomina del generale Figliuolo è stato un momento di svolta radicale e di progresso nella lotta alla pandemia. (Draghi 17/03/2022)

(44) Ho chiesto di poter anticipare già ad oggi queste mie comunicazioni, affinché il Parlamento possa esprimersi prima dell’adozione di un ulteriore provvedimento. (Conte 02/11/2020)

(45) Occorre rilevare che l’aumento dei contagi è anche il risultato di un’accresciuta capacità di screening. (Conte 02/11/2020)

2.8. Accumulazione di elementi attributivi

Un altro fenomeno notato nel nostro corpus di analisi è che spesso vi è un’abbondanza o persino un’accumulazione di elementi «attributivi» in senso lato, fra cui si annoverano soprattutto aggettivi qualificativi ed eventualmente relazionali (i primi dei quali sono usati a volte in funzione predicativa) o anche sintagmi aggettivali e preposizionali. Una possibile ragione e funzione pragmatica del ricorso a questo mezzo linguistico è menzionata da Danler (2014: 357), il quale precisa che i rispettivi sintagmi sono «più voluminos[i] dal punto di vista fisico o materiale […] [e] già per questo motivo richiama[no] più attenzione». A ciò si aggiunge il fatto, come si può vedere in alcuni esempi riportati di seguito, che gli elementi accumulati sono spesso semanticamente simili, sembrano quindi ridondanti e avere una funzione puramente retorica, soprattutto se l’accumulazione presenta una struttura ternaria (FAGIOLO 2022: 63) – ossia la figura del tricolon – e ammonta quindi a tre elementi (o talvolta persino a quattro; ess. 50-52). Si notano inoltre anche altre figure retoriche come un’allitterazione in (46), una coordinazione (di un aggettivo e un sintagma aggettivale) che corrisponde alla «legge dei cola crescenti»[9] in (47), un parallelismo a livello di sintagma in (48), e una sorta di chiasmo con due aggettivi qualificativi preposti e due aggettivi relazionali posposti al nome di riferimento (49):

(46) Abbiamo altre volte superato periodi difficili e drammatici. (Matt. 27/03/2020)

(47) Questo è comprensibile e richiede a tutti senso di responsabilità, ma dobbiamo assolutamente evitare stati di ansia immotivati e spesso controproducenti. (Matt. 05/03/2020)

(48) Desidero esprimere sincera vicinanza alle persone ammalate e grande solidarietà ai familiari delle vittime. (Matt. 05/03/2020)

(49) Nell’Unione Europea la Banca Centrale e la Commissione, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento (Matt. 27/03/2020)

(50) Oggi, è chiaro, siamo consapevoli che in un Paese grande, moderno, complesso, come il nostro, bisogna procedere gradualmente affinché tutti possano comprendere il difficile momento che stiamo vivendo […]. (Conte 11/03/2020)

(51) Tutti gli ulteriori sforzi finanziari che dovremo compiere costituiscono – lo voglio dire chiaramente – elementi di stabilità, di certezza e di sicurezza per il mondo del lavoro, che appaiono oggi assolutamente irrinunciabili. (Conte 02/11/2020)

(52) Non dobbiamo fare una corsa cieca verso il baratro, dobbiamo essere lucidi, misurati, rigorosi, responsabili. (Conte 11/03/2020)

2.9. Sequenze di riformulazione e precisazione

2.9.1. Le riformulazioni in senso stretto

Si riscontra poi un’alta frequenza anche di riformulazioni, la cui funzione sembra essere in primo luogo quella di segnalare vicinanza al pubblico e di dare un’impressione di spontaneità. Bisogna sottolineare però che di solito gli esempi da noi riscontrati non costituiscono riformulazioni nel senso di Gülich, Kotschi (1983) o Manzotti (1999: 194 segg.), in quanto non sono accompagnate da segnali di esitazione e autocorrezione quali cioè o in altre parole, ma che si tratta di «parafrasi implicite» nel senso definito da Schönherr (2006: 356). Esse coincidono spesso con ripetizioni parziali o «quasi-copie» (SIMONE 1990: 80) e sono caratterizzate da modificazioni lessicali minime rispetto all’elemento che riprendono: può trattarsi per es. di riformulazioni in cui si sostituisce l’elemento del sintagma ripetuto con un quasi-sinonimo (come nell’es. 53 con l’uso dei verbi guidare e accompagnare, separati solo da una piccola pausa di riflessione, o negli ess. 54-56, caratterizzati del resto tutti e tre da un parallelismo sintattico). In (57) si riscontra invece una precisazione semantica e in (58) il sintagma ripreso viene al tempo stesso ampliato. Talvolta la modifica può essere anche di stampo morfologico: si veda a questo proposito l’uso del grado superlativo in (59).

(53) Il compito della politica, di tutti noi, sarà guidare, accompagnare questa transizione. (Conte 02/11/2020)

(54) Ricordatevi che l’anno scorso proprio col green pass l’economia italiana è cresciuta al 6,5%, siamo riusciti a mettere insieme una economia vibrante, una ripresa della socialità graduale insieme alla possibilità di essere più protetti, più sicuri. (Draghi 17/03/2022)

(55) Devo dire anche qualcosa di più: noi siamo sempre percepiti all’estero come un popolo che manca di senso comune, di senso civico. (Draghi 17/03/2022)

(56) Così come è necessario che ogni ambiente – produttivo, professionale, di ogni genere – eviti – come certamente avverrà – di trincerarsi nella difesa della propria nicchia di interesse, del proprio spicchio di interesse. (Matt. 20/10/2020)

(57) È importante essere consapevoli che abbiamo cominciato da poco a cambiare le nostre abitudini, l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra poche settimane, un paio di settimane. (Conte 11/03/2020)

(58) Peraltro, ho prospettato ai leader dell’opposizione, delle forze di opposizione, la possibilità di costituire un tavolo di confronto con il Governo, utile ad assicurare alle forze di opposizione stesse una piena, costante informazione sull’evoluzione della pandemia […]. (Conte 02/11/2020)

(59) Il Cts, se si esamina la situazione che si è sviluppata nel corso di questi anni, ha dato un supporto straordinario alle decisioni difficili, difficilissime che il precedente governo e questo governo hanno preso. (Draghi 17/03/2022)

2.9.2. Le apposizioni

Una categoria in parte collegata a quella appena esposta sono le apposizioni. Le strutture appositive identificate non rappresentano tuttavia delle apposizioni prototipiche, bensì perlopiù delle cosiddette «apposizioni grammaticalizzate», fenomeno messo in rilievo per la prima volta da Herczeg (1967: 116 segg.; 170 segg.) e di seguito esaminato anche in altri lavori come quelli di Ferrari (1998) e Konecny (2014: 115-142; 2018). Esso consiste nel fatto che le rispettive apposizioni non sono formate in modo completamente libero, ma seguono determinati pattern parzialmente riempiti dal punto di vista semantico-lessicale: sono frequenti ad es. casi in cui la testa dell’apposizione rappresenta, nei termini di Simone (1990), una «copia» (es. 60) o «quasi-copia» del nome di riferimento (es. 61). Nell’es. 62, invece, la testa dell’apposizione costituisce un iperonimo contestuale del sintagma che riprende[10].

(60) Il dolore del distacco è stato ingigantito dalla sofferenza di non poter essere loro vicini e dalla tristezza dell’impossibilità di celebrare, come dovuto, il commiato dalle comunità di cui erano parte. Comunità che sono duramente impoverite dalla loro scomparsa. (Matt. 27/03/2020)

(61) Nel nostro Paese, come ho ricordato, sono state prese misure molto rigorose ma indispensabili, con norme di legge – sia all’inizio che dopo la fase di necessario continuo aggiornamento – norme, quindi, sottoposte all’approvazione del Parlamento. (Matt. 27/03/2020)

(62) Già sabato […] la lettura del report settimanale di monitoraggio sull’evoluzione del quadro pandemico, curato dall’Istituto superiore di sanità, ha costretto a prefigurare un nuovo corpus di misure restrittive, da adottare anche prima di mercoledì 4 novembre, data che – ricorderete – era stata fissata dalle rispettive Conferenze dei capigruppo per le mie comunicazioni al Parlamento. (Conte 02/11/2020)

Altre occorrenze riscontrate sono caratterizzate dal fatto che la testa dell’apposizione grammaticalizzata rappresenta un incapsulatore anaforico della porzione di testo precedente, com’è il caso di immagine nell’es. 63. Mentre negli ess. 60-62 le ripetizioni totali o parziali dei nomi di riferimento nelle apposizioni agevolano l’inferenza, da parte del destinatario, di quanto il parlante intende esprimere, non è così nell’es. 63, dove la presenza dell’incapsulatore richiede uno sforzo cognitivo maggiore e la sua corretta interpretazione è possibile solo se i destinatari sanno con precisione che cos’è successo il 18 marzo 2020 e di quale «immagine» si sta parlando. Essendo immagine pertanto un «topic debole» (cfr. VELDRE-GERNER 2007: 77), viene usata una seconda apposizione introdotta dal pronome dimostrativo quella[11], che serve a rendere chiaro a quale «immagine» ci si riferisce.

(63) La data del 18 marzo 2020 rimane incisa nella memoria degli italiani. Una immagine, quella dei mezzi militari che a Bergamo trasportavano le vittime falcidiate da un virus allora ancora sconosciuto, che racchiudeva il dramma dell’intera pandemia. (Matt. 18/03/2022)

Qualche volta, benché raramente, si riscontrano anche altri tipi di apposizioni (non grammaticalizzate), come nell’es. 64, anch’esso tuttavia molto particolare, in quanto l’apposizione non rappresenta una ripresa anaforica del nome di riferimento ma quest’ultimo anticipa piuttosto cataforicamente quanto viene esplicitato nell’apposizione, la quale è composta a sua volta da tre elementi, da interpretare come meronimi contestuali del pronome cataforico tutti:

(64) Ho auspicato […] che queste risposte possano essere il frutto di un impegno comune, fra tutti: soggetti politici, di maggioranza e di opposizione, soggetti sociali, governi dei territori. (Matt. 27/03/2020)

2.9.3. Le frasi parentetiche

Le frasi parentetiche rappresentano una strategia discorsiva che nasce dalla necessità – apparentemente improvvisa e imprevista – di introdurre contenuti semantici aggiuntivi. Come in tanti altri campi della linguistica, anche per le frasi parentetiche si possono trovare varie proposte di classificazione (rimandiamo a tale proposito alla sintesi di SCHNEIDER 2007). Fuentes Rodríguez (1998: 172) le definisce nel modo seguente: «Es la inserción de dos enunciados en uno para un fin comunicativo: la precisión y la indicación de los factores modales, enunciativos y de jerarquización informativa del texto. Aporta un tono de espontaneidad».

L’impiego di queste strutture discorsive permette all’oratore di fornire contenuti semantici e precisazioni nel momento più conveniente. Tale funzione si può riconoscere negli ess. 65 e 66, così come nell’es. 67, che si differenzia dagli altri per il fatto di essere lunghissimo e il cui grado di accettabilità sembra pertanto essere piuttosto basso. Quest’ultimo esempio mostra anche che una netta delimitazione delle parentetiche verso le apposizioni non è sempre possibile e che esistono al riguardo delle intersezioni funzionali (cfr. a questo proposito KONECNY 2014: 104-108).

Le parentetiche possono comunque fungere anche da mezzi fatici nonché da mezzi per stabilire un’equivalenza intersoggettiva delle conoscenze al fine di rendere riconoscibile la rilevanza del contributo del discorso. Quest’ultima funzione pragmatica può essere identificata negli ess. 68 e 69. Inoltre, le parentetiche si caratterizzano anche per la loro eterogeneità formale, visto che possono essere verbalizzate tramite frasi, sintagmi, ma anche singoli lessemi. In più, non è sempre facile distinguere tra frasi parentetiche e sequenze di riformulazione.

(65) L’Italia, possiamo dirlo forte, con orgoglio, sta dando prova di essere una grande nazione, una grande comunità, unita e responsabile. (Conte 11/03/2020)

(66) Ascolteremo quindi con la massima attenzione – io e i componenti del Governo – le diverse posizioni che emergeranno dal dibattito […] (Conte 02/11/2020)

(67) Secondo i parametri stabiliti da quel documento di cui vi ho già parlato – “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”, redatto dall’Istituto superiore della sanità e dal Ministero della Salute e condiviso in sede di Conferenza delle Regioni, con la collaborazione di varie università e centri di ricerca –, il quadro epidemiologico descritto è in via di transizione verso uno scenario di tipo 4, con particolare riferimento ad alcune Regioni che già nel breve periodo accusano il rischio di tenuta dei servizi sanitari. (Conte 02/11/2020)

(68) E io ho una profonda convinzione – e vorrei condividerla con voi – domani non solo ci guarderanno ancora, e ci ammireranno, ci prenderanno come esempio positivo di un Paese che, grazie al proprio senso di comunità, è riuscito a vincere la sua battaglia contro questa pandemia. (Conte 11/03/2020)

(69) In conclusione, in questo momento non stiamo subendo una insostenibile pressione – se ricordate i numeri che vi ho sintetizzato – nei reparti di terapia intensiva, piuttosto registriamo un crescente, preoccupante affollamento nei restanti reparti […]. (Conte 02/11/2020)

Osservazioni conclusive e prospettive future

In questo contributo si è cercato di far vedere come l’evolversi della pandemia nel tempo si rispecchi anche nei mezzi linguistici usati nei discorsi politici incentrati su quest’ultima, anche e soprattutto a livello morfosintattico. La prospettiva morfosintattica consente di svelare strategie di persuasione implicite che permettono ai politici di rappresentare certi contenuti in modo molto generico (com’è il caso delle diatesi, dei processi di nominalizzazione ecc.), mentre altre strategie (tra cui l’accumulazione di elementi attributivi, le apposizioni, le riformulazioni nonché le frasi parentetiche) sembrano avere piuttosto lo scopo di mettere in scena, da parte degli oratori, le proprie abilità retoriche e di trasmettere una sensazione di sicurezza e di prudenza al popolo, cosa che è fondamentale in tempi di crisi.

Ovviamente, si possono notare spesso delle sovrapposizioni tra le singole categorie qui analizzate e si è anche potuto vedere che tante volte i fenomeni studiati cooccorrono, come si può desumere dall’es. 70, che contiene allo stesso tempo espressioni di modalità deontica (in rosso), espressioni totalizzanti (in grassetto), forme di deissi temporale con riferimento al momento attuale (in corsivo e grassetto), una ripetizione con cambio della diatesi e della valenza semantica (maiuscoletto), un’apposizione (in blu) e l’accumulazione di sintagmi preposizionali attributivi, che dal punto di vista retorico rappresentano un tricolon (sottolineatura semplice):

(70) Per questo siamo tutti CHIAMATI, e in questo momento la situazione ci CHIAMA e richiede a tutti una prova di orgoglio, di senso della misura, di responsabilità. Quella che voi avete messo in opera. (Matt. 20/10/2020)

Per quanto riguarda possibili studi futuri, questo contributo apre a nostro avviso numerose prospettive di ricerca future; di seguito, si accennerà ad alcune di esse.

Oltre all’analisi qualitativa dei fenomeni salienti nei discorsi qui analizzati, per ricerche consecutive sarebbero auspicabili anche analisi quantitative (ricorrendo possibilmente ad annotazioni elettroniche) che permettano di individuare eventuali divergenze fra gli oratori e di fare affermazioni più precise sulla frequenza e quindi la rappresentatività dei fenomeni illustrati. Nel presente contributo, tuttavia, non sono stati volutamente forniti dati quantitativi: da una parte il corpus preso in esame è relativamente piccolo e potrebbe essere esteso a ulteriori discorsi politici e/o a pattern testuali con funzioni simili (per es. appartenenti alla comunicazione istituzionale) in modo da verificare se (ossia provare che) si tratta di strategie generali della comunicazione di crisi durante la pandemia, e dall’altra dovrebbe essere chiarito a priori come esattamente procedere nel contare i singoli fenomeni e nell’interpretare eventuali risultati quantitativi, in quanto alle strategie morfosintattiche qui discusse spetta uno status assai diverso in termini di frequenza assoluta. Infatti, non tutte si prestano allo stesso modo ad essere usate davvero “frequentemente”: mentre è per es. abbastanza facile aggiungere a una testa sintattica numerosi elementi attributivi (anche perché possono essere di vario tipo, ad es. aggettivi, sintagmi preposizionali o frasi relative), altri fenomeni prevalentemente sintattici – quali le apposizioni e le frasi parentetiche – già per la loro natura non possono essere utilizzati con una frequenza paragonabile, il che non vuol dire, però, che non giochino un ruolo altrettanto fondamentale nella comunicazione pandemica. Al contrario, quando occorrono, vengono usati di solito deliberatamente e possono dare particolare rilievo a quanto espresso in termini pragmatico-comunicativi.

Riguardo all’aspetto sia quantitativo che qualitativo, spunti interessanti potrebbero emergere altresì da ricerche di stampo linguistico-contrastivo. Un ulteriore desideratum è rappresentato da studi basati su trascrizioni vere e proprie dei discorsi analizzati (per es. secondo il sistema GAT), dato che nelle trascrizioni disponibili sui siti del governo «tutti […] [gli] aspetti tipici della lingua orale vengono spesso cancellati» (CINATO 2016: 246). Il lavoro con trascrizioni «autentiche» costituisce però l’unica possibilità per cogliere anche delle particolarità prosodiche, le quali possono influenzare a loro volta la resa morfosintattica degli enunciati «in quanto pause, intonazione, velocità e ritmo di eloquio sono elementi fondamentali per creare coerenza e coesione nell’esposizione orale» (CINATO 2016: 260). A scopo meramente illustrativo abbiamo preparato una trascrizione molto superficiale di una delle riformulazioni trovate nel nostro corpus, in cui si vede chiaramente che la riformulazione dotata di una funzione retorica (si veda anche la verbalizzazione dei due sintagmi preposizionali di senso comune di senso civico nel turn 4) è rimasta anche nella versione revisionata e pubblicata sul sito del governo italiano, mentre le altre due nel terzo e nel quarto turn, che sono piuttosto dovute a difficoltà di formulazione e accompagnate anche da fenomeni di esitazione tipici quali allungamenti vocalici, sono state entrambe cancellate:

Figura 1: Trascrizione di una sequenza di riformulazione identificata nel corpus

Ad ogni modo anche questi fenomeni possono modificare l’effetto delle parole pronunciate e sono muniti di funzioni pragmatico-comunicative, fatto per cui andrebbero studiati in maniera approfondita.

 

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[1] Ringraziamo Mario V. Casale per l’accurata revisione stilistica del presente contributo.

[2] Sebbene questo contributo rappresenti in ogni sua parte il frutto della collaborazione intensa e condivisa fra i due autori, a fini concorsuali sono da attribuire a Paul Mayr i §§ “Introduzione”, 2.1, 2.3, 2.4, 2.6, 2.9.1, 2.9.3 e “Osservazioni conclusive e prospettive future”, a Christine Konecny invece i §§ 1., 2.2, 2.5, 2.7, 2.8 e 2.9.2.

[3] La particolare attenzione riservata agli aspetti lessicali da parte della ricerca linguistica si riscontra tra l’altro anche in vari studi sul tedesco, come per es. in quelli raccolti nel volume curato da Klosa-Kückelhaus (2021).

[4] Le maiuscole si usano in questo articolo, oltre che per i nomi degli autori citati, anche per l’indicazione di categorie cognitive quali (domini fonte di) metafore concettuali e ruoli tematici.

[5] La maggior parte di esse si fonda su approcci diversi dal nostro, come per es. i contributi di Scaccia (2022) e Wahnich (2022), che seguono il modello dell’«analyse du discours française».

[6] Fanno eccezione i pochi accenni al piano sintattico contenuti in Fagiolo (2022: 63).

[7] Nostra traduzione, dall’originale «Machtgelüsten, Autoritätsstreben und der Verantwortung für zweifelhafte Entscheidungen».

[8] Per una breve sintesi del rispettivo dibattito cfr. Mayr (2023: 18).

[9] Secondo tale “legge”, identificata dal linguista tedesco Behaghel (1932) e da lui chiamata «Gesetz der wachsenden Glieder», in una successione di due (o più) elementi sintattici precede, per quanto possibile, quello più breve, mentre segue o sta alla fine quello più lungo (com’è noto, si tratta di un principio diffuso già in gran parte della prosa classica latina).

[10] Da notare che l’apposizione contiene anche una frase parentetica nella forma del singolo verbo ricorderete (futuro epistemico).

[11] Va segnalato che la località espressa da elementi dimostrativi (pronomi, aggettivi) può essere intesa anche in senso cognitivo (vicinanza vs. distanza cognitiva).

 


Per citare questo articolo:

Paul MAYR, Christine KONECNY, « Strategie di persuasione morfosintattiche ai tempi della pandemia di COVID-19: analisi di una selezione di discorsi politici », Repères DoRiF, n. 29 – Discours autour de la pandémie : configurations interdiscursives et diatopiques d’un fait de crise en évolution, DoRiF Università, Roma, aprile 2024, https://www.dorif.it/reperes/paul-mayr-christine-konecny-strategie-di-persuasione-morfosintattiche-ai-tempi-della-pandemia-di-covid-19-analisi-di-una-selezione-di-discorsi-politici/

ISSN 2281-3020

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